Perché scrivere un reportage di viaggio

Viaggiare: è una parola che contiene infinite sfumature che dipendono non solo dai luoghi che si attraversano, che inevitabilmente mutano durante il trascorrere del tempo, ma anche dagli occhi, dalle orecchie, dal naso, dalle mani, dal cuore e dalla mente che li percorrono e li vivono. C’è chi viaggia per rilassarsi, così sono state inventate le crociere, i villaggi turistici e gli alberghi di lusso; c’è chi viaggia per ‘conoscere in sicurezza’, allora l’uomo ha pensato ai safari e ai viaggi di gruppo guidati; c’è chi viaggia per imparare una lingua e capire se potrebbe essere idoneo a uno stile di vita diverso da quello del paese di origine, così sono nate opportunità come l’attività di ‘ragazza alla pari’, le scuole di lingua per stranieri, ecc. Ci sono molteplici possibilità di scelta per ogni tipo di esigenza e questo, oltre essere un segnale positivo legato alla possibilità di sviluppare un sentimento di comunità internazionale, ha reso sempre più difficile vivere un’esperienza del tutto personale in luoghi dove l’uomo ha lasciato, oppure no, le sue tracce, nella piena consapevolezza di incorrere in ‘pericoli’ che nella gran parte dei casi nascono dall’uomo stesso (come la criminalità e gli eventi bellici). L’abitante della terra che è in cima alla catena alimentare ha inventato e messo un moto un sistema chiamato economia anche per dare una risposta a ogni tipo di esigenza, benché questo non abbia comportato sempre sviluppi solo positivi.

Fiumi d’inchiostro e sequenze infinite di token sono stati composti per discutere, raccontare e descrivere i paesi ai quali l’uomo durante il corso degli anni ha dato e ha modificato nomi, ha disegnato e ha stabilito confini a seguito di colonizzazioni, perlustrazioni, trattati e guerre. Nonostante i lenti movimenti della Terra e del suo sottosuolo, gli agenti atmosferici che modificano monti, colline, vallate e pianure, tutte le terre emerse sono già state visitate almeno una volta. L’uomo ci ha già messo piede. Alcune studiate fin nel più piccolo organismo vivente che le abita, altre ancora in fase di esplorazione. Ma al mutare degli occhi che guardano, cercano, osservano e studiano, del naso che percepisce odori e profumi, delle orecchie che odono parole, suoni e rumori, delle mani che toccano, accarezzano e stringono, della mente che pensa, riflette ed elabora, e del cuore che sente, anche il mondo che ci circonda cambia. Si mostra con sembianze diverse e racconta sempre qualcosa di nuovo, di non ancora scoperto. Come una poesia o  un’opera letteraria, che vengono analizzate e studiate durante i secoli, con l’evolversi del modo di sentire della società e con il trascorrere del tempo, hanno sempre interpretazioni nuove da scoprire e da raccontare, punti di vista diversi che possono aiutare a rendere attuale anche ciò che attuale non è. Un viaggio può sempre arricchire la mente e l’animo con nuove visioni, grazie allo scorrere delle generazioni che trasmettono in modo sempre originale il proprio patrimonio culturale. Un punto di vista inevitabilmente storico? Dal momento che la soggettività del viaggiatore diviene un aspetto fondamentale nella trasmissione e nella costruzione di nuove interpretazioni del viaggio, non solo. Si tratta di un’ulteriore sguardo che può arricchire quelli che hanno fatto la storia precedente e che può giovare a quelli che comporranno il futuro.

Viaggiare è sempre una scoperta e l’esplorazione di nuovi mondi attraverso le parole scritte e stampate, compensate dalla mia immaginazione e dalle fotografie, che regalano uno sguardo di occhi che non sono i miei, non mi basta più. Così ho deciso di partire e toccare con le mie mani, sentire con le mie orecchie, annusare con il mio naso, guardare con i miei occhi, vivere con il mio cuore ed elaborare con la mia mente. Rendere miei i monti, le città, i paesi, le spiagge, le pianure, i fiumi, i laghi, la cucina e le persone che sono questo meraviglioso pianeta chiamato Terra, attraverso esperienze di vita che mi appartengono.

Nei prossimi numeri del Bufalo, in questa nuova rubrica, “Diario di una viaggiatrice in erba”, racconterò quindi le mie esperienze di viaggio, condividendo con voi lettori emozioni, punti di vista e osservazioni che possono aiutare a guardare con occhi diversi anche il paese nel quale viviamo.

Valentina Benedettini

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